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BESTIARIO ILLUSTRATO DEL NORD ADRIATICO

Simone Carraro

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Le immagini si accostano alle parole.

I personaggi incontrano la loro stessa memoria.

Il denominatore comune è l’ acqua.

Lo spostamento diventa la forma necessaria per entrare in contatto con i personaggi che di quell’acqua hanno fatto una necessità, una ragione di vita, una dimora silente e sconfinata dove su tutto prevale l’ intima conoscenza del territorio e la capacità di adattamento ad esso.

L’acqua dolce portata dai fiumi, e quella salsa, data e tolta dalle mareggiate, si incontrano in un intricato abbraccio salmastro; la laguna. Dal dedalo di canneti, ai litorali sabbiosi delle bocche di porto, attraverso “ghebi”, barene e interminabili pinete. Dove il veneto salato e asciutto solca i volti dei pescatori e il volo ordinato degli uccelli migratori si riflette nei tramonti di fuoco.

E’ proprio in queste nicchie ecologiche che il nostro viaggio vuole svilupparsi. Partendo dalle ripide scogliere della costiera carsica, fino ad arrivare alle ben più aride saline di Cervia, passando per le lagune di Grado e di Venezia per poi addentrarsi nello sconfinato delta del fiume Po.

Un lento pellegrinaggio in sella a una biciclette, avvicinandosi il più possibile a questi delicati e popolosi ecosistemi; alla scoperta delle innumerevoli specie floro-faunistiche  che plasmano il paesaggio nel quale si insidiano uomini e donne il cui trascorso è fatto di duro lavoro, antiche tradizioni e di un colorito lessico dialettale.

La volontà è quella di racchiudere in un “bestiario delle lagune del nord Adriatico” tutte le informazioni raccolte lungo il viaggio, attraverso disegni, pitture e testi poetico/analitici. Un bestiario che prenderà quasi la forma di un diario epistolare, sviluppandosi di pari passo al nostro spostamento. 

Si darà importanza rilevante alla flora e alla fauna ma senza tralasciare gli aspetti antropologici e storico locali, le credenze popolari e tutta quella serie di informazioni riguardo agli antichi mestieri locali.

Necessaria sarà quindi, oltre all’ osservazione attenta del paesaggio, anche la vicinanza e il dialogo con quelle persone che da generazioni vivono la laguna.

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